Miti: Noma Bar il designer dello spazio negativo//

Noma Bar, il designer dello spazio negativo, il negative space, ovvero l’artificio grafico con cui si rappresenta un oggetto o un concetto sottraendolo dallo spazio.

Israeliano, classe 1973, Noma Bar è uno dei Maestri del Segno, pieno di inventiva e capacità comunicativa, attivo progettista di bellissime e minimalistiche copertine di riviste e libri.
Creatore di efficacissimi video dalle forme essenziali e dai colori piatti per scopi spesso umanitari o comunque per campagne di sensibilizzazione su temi tipo il cancro o le prospettive future.

Come dice lui “cerco di comunicare il massimo col minimo del segno” una sorta di nuovo “less is more“.


“I am after the maximum communication with minimum elements

— Noma Bar

Nella galleria di immagini di Noma Bar, qui sopra, ci sono una serie di illustrazioni per famose riviste (Esquire, Internazionale) e per libri, in questo caso del Signor Murakami Haruki.
Si era già parlato di Murakami (in chiave “design”) qui.

Noma Bar presso la Dutch Uncle Gallery di Londra.


Noma Bar, il designer dello spazio negativo

Cos’è lo spazio negativo

Lo spazio negativo è l’area non coperta dal soggetto in un’opera d’arte. È fondamentale per definire la forma del soggetto ma può essere utilizzato anche per i propri scopi.

Tutta l’arte visiva ha spazio sia positivo che negativo allo stesso modo in cui tutta la musica ha pause tra le note.
Sia lo spazio positivo che quello negativo definiscono forme nella composizione e influenzano l’equilibrio compositivo dell’opera.

Il vaso di Rubin è un famoso esempio di un eccellente uso dello spazio negativo:

La composizione è equilibrata, in quanto sia lo spazio positivo che quello negativo occupano grosso modo la stessa superficie.

Su entrambi i lati del vaso, puoi vedere il profilo di una faccia nello spazio negativo, pertanto, l’immagine può sembrare un vaso con uno sfondo o due persone che conversano.

A volte non è chiaro quale sia il soggetto principale di un disegno, inoltre potresti non sapere quale sia lo spazio positivo e quale sia quello negativo. Questo può essere fatto intenzionalmente, come nel caso del vaso di Rubin, o involontariamente. Alla fine, la percezione dello spazio positivo e negativo è intrinsecamente soggettivo, alcune persone possono vedere un’area come positiva, altre come negativa e viceversa.