Nel 1975, a Firenze, usciva “Il nuovo”, il primo quotidiano impaginato completamente in fotocomposizione*. Ed era subito tipografia da manuale!

Il carattere del logo è il bellissimo “Clearface” disegnato nel 1905 da Morris Fuller Benton e tuttora disponibile per il download.
Nel logo le due “o” sono leggermente ruotate e la crenatura è di circa il -50%, come si può vedere confrontando l’esempio qui sotto dove le “o” sono nella posizione originale.

Le scelte tipografiche già accoppiavano il carattere bastone per i titoli ad un carattere graziato del corpo del testo. Tipografia da manuale!
Tra i caratteri attualmente disponibili il fact compressed extra-bold (derivato dal Frutiger) è quello che si avvicina di più al carattere usato per i titoli.
*Fotocomposizione
La fotocomposizione è un processo di composizione tipografica “a freddo”. Rappresenta l’evoluzione della cosiddetta composizione “a caldo”, usata fino a quel momento per la sola stampa tipografica, da macchine linotype.
In queste ultime, infatti, veniva usato un crogiolo contenente piombo fuso (da cui il termine “composizione a caldo”) per la formazione dei tipi di carattere in piombo a rilievo. La fotocomposizione invece veniva coerentemente definita composizione “a freddo”, perché eseguita da un computer dedicato all’immissione dei testi e da una fotounità (fotografica dapprima e con tubo a raggi catodici, oppure con un flash che illuminava un disco matrice contenente i tipi ed in seguito un laser) ad esso collegata che non aveva parti calde.
Il risultato di tale processo era una pellicola contenente l’impaginato che avrebbe impressionato una lastra da utilizzare nella stampa offset. Le “uscite” del processo di fotocomposizione erano utilizzate inoltre anche in tutti quei processi in cui veniva richiesta un’alta definizione di caratteri su una pellicola trasparente, come per esempio, per le matrici nella produzione di timbri e di cliché.
da Wikipedia